Il senso della vita è quello di trovare il proprio dono, Lo scopo della vita è di regalarlo (P.Picasso)
Durante gli studi, poi mi sono lasciata attirare da voci, intorno a me, che mi suggerivano di cambiare strada, che la vita dell’educatore non sarebbe stata facile e, soprattutto, sarebbe stata economicamente faticosa. Quando si è trattato di scegliere l’indirizzo di specializzazione, a quel punto, ho dato fiducia a quelle voci, e ho intrapreso la “remunerativa” strada della formazione agli adulti e della formazione aziendale. Ho lavorato (e lavoro tutt’ora) con aziende e con adulti, nella faticosa ricerca di un’efficacia organizzativa che passa inevitabilmente non soltanto dalle competenze, ma dal benessere delle persone!
La vita però non è per tutti una strada a senso unico costellata da paesaggi sempre uguali. E lungo la mia strada, nel 2019, è apparso una biforcazione. Ho frequentato un corso per diventare Coach, con specializzazione in Teen & Parent.
Nel 2020 sappiamo tutti cosa è successo. A quel punto, avendo in casa una teenager (all’epoca primo anno di liceo classico, in completa dad), ho iniziato a riflettere…su di lei, sui ragazzi e su quello che stavano vivendo. Ho pensato a lungo anche a me, alle mie doti, capacità, talenti, a quella luce che si era accesa alla fine del liceo e che mi stava chiamando nuovamente alla vita…alla mia vita!
Volevo lavorare con i ragazzi, volevo poterli aiutare nelle scelte, nelle difficoltà, nelle battute di arresto…volevo mettere a disposizione me stessa.
Consapevole del fatto che “l’adolescenza è materiale fragile”… mi sono iscritta a Psicologia e, a luglio 2023, mi sono laureata con una tesi sul coaching a scuola; lavoro che, subito dopo, è diventato un libro.
Ho messo a punto un percorso di crescita che, nell’ultimo anno, si è arricchito di stimoli e suggestioni. A gennaio ho iniziato un progetto di mentoring e coaching motivazionale in due scuole di Milano, seguendo 20 ragazzi tra i 13 e i 17 anni.
Accompagno tutti quei ragazzi che, in questo momento, hanno bisogno di ritrovare quella luce che anche a me si era spenta per lungo tempo.
Ad un certo punto della mia strada mi sono fermata e ho detto a me stessa che i doni che avevo imparato a coltivare, alimentare, allenare, arricchire, dovevo metterli al servizio.
Mi piace definirmi una cercatrice di bellezza…come suggerisce Salgado, mirabile fotografo: “bisogna far vedere la bellezza, non la distruzione, e convincere il mondo a difenderla”!
COSA METTO A DISPOSIZIONE
Per essere Coach è necessario possedere e agire alcune caratteristiche importantissime e al contempo complesse.
Il Coach deve:
Dall’accoglienza espressa in questi termini deriva la sensazione insostituibile di “essere visti veramente” (ed è quello che mi restituiscono i ragazzi). “Finalmente qualcuno che capisce come sono veramente” …mi disse una volta T., terza media.
Dall’ascolto espresso in questi termini deriva la possibilità e capacità di cogliere segnali, informazioni, parole, sguardi, espressioni, silenzi, movimenti del corpo, gesti, modi di stare nel mondo e occupare il proprio spazio…tutto è da decodificare, da comprendere, da capire. Tutto compone il mosaico della personalità di ognuno. Mille colori, come scrive J. Niven: “Sei tutti i colori in uno nel loro massimo splendore” (Raccontami di un giorno perfetto).
IN COSA CREDO
Avere questo sguardo, nonostante le sofferenze che ci circondano, è possibile. È una questione di cambiare lenti, e di allenamento!
Siamo sempre più concentrati sulla nostra insoddisfazione e sulla nostra sofferenza, non “comprendendo” mai l’altro realmente e il suo vissuto.
Lavorando con tanti ragazzi, ho sperimentato come un lavoro di potenziamento delle loro unicità, porti ad accendere luci da dentro in grado di far riappropriare i ragazzi stessi della loro vita, trasformarli in attori protagonisti, lasciando disillusione, scontento e sfiducia.
Trovo che la narrazione odierna sugli adolescenti sia ancora troppo nell’ottica della “medicalizzazione” e poco in quella del “potenziamento”, dell’”empowering”. I ragazzi non sono da “aggiustare”, piuttosto da “aggiornare” …come se avessero software e App poco efficaci per il loro benessere. Ancora meglio però, i ragazzi oggi hanno bisogno di adulti competenti che accendano passioni e progettualità.